Ho avuto l'impareggiabile fortuna di conoscere di persona il lavoro fin dall'infanzia: ammirando giorno per giorno l'abilità e la meticolosità paziente del nonno produttore di bibite artigianale nel Salento, e più tardi praticando la fatica contadina quale garzone nella campagna attorno Vicenza, dove ho appreso dal vivo le leggi della biologia vegetale e animale, e quelle corpo nel chiedergli di confrontarsi con la fatica, e di seguire .
Ho avuto il privilegio, già preadolescente di essere stato iniziato all'arte tipografica, in tutti i diversi aspetti, dalla composizione manuale e con tastiera, all'impaginazione, alla correzione di bozze, alla brossurazione. Non ho trovato altro luogo dove scoprire una connessione così liquida tra parole come materia (il piombo) e geometria (nella pagina da stampare) e immagine. Grazie a queste fondamenta, dopo la laurea, ho potuto incanalare con scioltezza la formazione umanistica nell'attività giornalistica, come redattore di rivista.
Ho avuto l'opportunità di poter studiare sempre, anche dopo la scuola dell'obbligo, a causa della sorte di essere rimasto orfano per la guerra mondiale. Ciò ha fatto sì che lo Stato italiano mi abbia offerto sostenuto nel soggiorno, fin quasi alla maggiore età, in una struttura dove ho affiancato al lavoro tipografico lo studio fino alle soglie della maturità, quando ho potuto dedicarmi solo agli studi universitari.